I disturbi dell’umore, come dice la parola stessa, attengono alla sfera del tono dell’umore individuale, caratterizzandosi per un’alterazione dei normali meccanismi emozionali che consentono all’organismo di adattarsi all’ambiente da cui è circondato. Essi coinvolgono in particolare le comuni emozioni di gioia e di tristezza, esasperandole fino alla depressione e/o all’euforia patologica e inficiando a lungo andare il funzionamento dell’individuo nel suo quotidiano. Come molte delle psicopatologie conosciute, essi derivano solitamente da un’interazione tra una peculiare predisposizione individuale – genetica, ma anche di personalità – e una specifica situazione ambientale. La sfera sociale, affettiva o lavorativa, spesso compromessa da tali difficoltà, induce una significativa riduzione della qualità di vita personale, rendendo meritevole di attenzione la possibilità di una valutazione e di un intervento precoce.

I disturbi dell’umore possono essere “primari”, caratterizzandosi come principale causa di sofferenza, o “secondari” e quindi derivare dalla diagnosi di una malattia organica o dall’abuso di alcune sostanze o da una psicopatologia differente, sia essa di tipo personologico o di cronicizzazione di altro disturbo sintomatologico (ad esempio un disturbo d’ansia). Una valutazione dell’eziopatogenesi di tali sintomi risulta pertanto complessa e necessaria a individuare il focus d’intervento più adatto, ritagliato ad hoc sulla storia personale, sul temperamento e l’ambiente sociale in cui la persona è inserita.